Il linguaggio: ontogenesi e psicoanalisi

Particolare del Quadro di Claude Monet : Impression

C. Monet

Il Linguaggio

Scrive Boncinelli (genetista) nel suo libro "Lo scimmione intelligente" Dove collocare la soglia critica, l'elemento di divisione che ci permette di identificare ciò che è propriamente umano perché non cercarla appunto nel linguaggio.

C'è al cuore della razza umana una diversità che la distingue totalmente da tutte le altre razze animali, tale diversità consiste nell'essere dotata della Parola.

il linguaggio.

Volendo fare un breve excursus della storia dell'uomo, quest'ultimo con l'adozione della posizione eretta e, di estrema rilevanza, dell'uso del pollice prensile si è trovato nelle condizioni di poter manipolare la materia e dunque di poter intervenire sulla Natura.
Lo sviluppo della Neo cortex (corteccia cerebrale) e di una diversa conformazione dell'apparato boccale rispetto agli altri esseri animali ha comportato e permesso all'uomo di emettere dei suoni dapprima gutturali fino poi a poter formulare delle parole.
E' indubbio che fu comunque la manualità a consentire all'uomo di poter tra l'altro cominciare a tracciare i primi segni. Molti sono i ritrovamenti sulle pareti di molte caverne che illustrano scene di caccia, di vita quotidiana, di piante etc.
Potremmo a questo punto dire che forse i segni hanno anticipato lo sviluppo del linguaggio parlato. Potremmo altresì dire che i segni, le tracce ritrovate sulle pareti delle caverne sono rappresentazioni simboliche.

Dunque: dalla manipolazione ai segni e poi ai suoni fino alla formulazione di parole - significanti che hanno qualificato ogni elemento, ogni oggetto. Questa in breve è ciò che va sotto il nome di ontogenesi.

L'introduzione del linguaggio nella storia dell'uomo ha poi comportato lo sviluppo delle aree mnestiche cerebrali: la memoria e con la memoria, il ricordo. Questo ulteriore sviluppo ha comportato la non necessità dell'oggetto materiale nel momento della sua nominazione per poter essere riconosciuto. Faccio un esempio: Se pronuncio la parola tavolo non per forza devo avere un tavolo a portata di mano per far capire a cosa faccio riferimento. In sintesi ogni oggetto, cosa e quant'altro prendono vita e senso nel momento in cui vengono nominati.

Anche il Vangelo di S.Giovanni sulla Creazione inizia con : "ll'inizio era il Verbo". ( La nominazione)
Il linguaggio è per noi umani l'unico strumento che ci consente di relazionarci , di fare riferimenti ad oggetti e persone senza peraltro che tali oggetti o persone siano presenti. Il linguaggio ha permesso lo sviluppo della memoria visiva vale a dire l'aspetto o la forma dell'oggetto o della persona di riferimento oltre alla memoria simbolica vale a dire il senso, il significato di ciò di cui si sta parlando.

Abbiamo reputato opportuno fare questo limitatissimo excursus rispetto alla storia umana durata millenni per evidenziare come il linguaggio abbia apportato all'uomo una totale diversità rispetto agli altri esseri animali la cui intelligenza è guidata dagli istinti di sopravvivenza .

L'uomo con il linguaggio ha perso ogni contatto diretto con la Natura.
Il linguaggio ha avviato un processo di conoscenza e con questa l'ingresso della Cultura.
La cultura, il Sapere ha determinato lo iato dalla Natura, questo distacco ha fatto si che l'uomo ha come unica modalità di sostentamento la Cultura.
Se l'animale agisce in via istintuale per la sua sopravvivenza e quella della sua specie in relazione diretta con la natura, l'uomo in funzione del distacco dalla natura può decidere di non riprodursi o di lasciarsi morire di fame. L'unico puntello su cui l'uomo può sostenersi e a cui può fare riferimento è la Cultura. Laddove questa vacilla, la si dà per scontata, non gli si dà il peso e il valore vitale che rappresenta, l'essere umano si disorienta, non sa e la mancanza di sapere comporta lo scatenamento dell'aggressività, della paura, della violenza.
E' la non conoscenza, la mancanza di sapere che fa scattare la paura dell'Altro, del diverso, del non simile per colore, per usi, tradizioni, religioni fino all'idea di dover mettere in atto meccanismi di difesa che possono sfociare in atti di violenza incontrollata.

Piaccia o meno è soltanto il continuo lavoro sulla conoscenza a rappresentare l'unica Arma che l'uomo ha a disposizione per dare un senso alla sua esistenza ed alla sua esistenza in relazione agli altri. Ogni persona che viene al mondo si trova nella condizione di ripercorrere l'ontogenesi. Il taglio del cordone ombelicale catapulta il neonato nel mondo che è un mondo di linguaggio e dunque un mondo di suoni, di parole . Con la nascita finisce la beanza naturale dove il soddisfacimento dei bisogni avveniva per via diretta attraverso il cordone.

Il pianto che caratterizza la nascita, dice J. Lacan,( psicoanalista francese) è già domanda rivolta all'altro, e la domanda- pianto è già il primo abbozzo di linguaggio.Nei primi tre anni il bambino impara un numero molto elevato di parole: eccola l'Arma della sua sopravvivenza.

Il sapere dura tutta la vita, l'uomo così come nutre il suo corpo di cibo che è già una forma di sapere necessita di molte altre forme di sapere.
E' soltanto attraverso il Sapere che l'uomo è stato in grado di realizzare grandi scoperte, di agevolarsi l'esistenza, di inventare, creare ma anche di rendersi conto della caducità della vita, del suo limite.
Il linguaggio avendo introdotto la memoria ha anche reso l'uomo consapevole del limite della vita stessa, ma proprio alla luce di questa consapevolezza ogni uomo si trova nella condizione di poter dare un senso del tutto peculiare, intimo e personale alla propria esistenza.
La vita di ognuno vale per ognuno nella misura in cui questa esperienza che è la vita viene ad essere unica e irripetibile, non ci sarà appello e dunque varrebbe la pena che ogni essere umano convogliasse le sue energie per prendersela in carico e cercare di farne un'opera d'arte.

Dott. Maria Marcella Cingolani